Traversata dei Corni di Canzo

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Località di partenza: località Gajum, Canzo CO (485 m)
Dislivello salita totale: 1088 m
Tempo di percorrenza complessivo: 5 ore
Quota massima raggiunta: 1373m, vetta Corno Occidentale
Distanza percorsa: 15 km
Attrezzatura: normale da escursionismo
Valutazione:

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Impegno fisico:
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Punti di appoggio: rifugio Terz’Alpe, Rif SEV Pianezzo (deviando dalla traversata)
Presenza di acqua: fontanella alla partenza, fonte sul sentiero Geologico, sorgente acqua del Fo
Riassunto itinerario: Canzo parcheggio Gajum > sentiero Geologico > rif. Terz’Alpe > colma della Val Ravella > Acqua del Fo > itinerario attrezzato 30° OSA > Cornodi Canzo Orientale > bocchetta di Luera > Corno di Canzo Centrale > Forcella dei Corni > Corno di Canzo Occidentale > cresta W > rif Terz’Alpe > second’Alpe > prim’Alpe > Canzo

La traversata completa non corrisponde al più noto “giro dei corni di Canzo” e presenta tratti attrezzati (come la seconda parte del sentiero attrezzato 30° OSA) da affrontare solo se si è abituati a camminare in montagna su sentieri esposti.

Oggi i ricci sportivi sono in compagnia di due amici, pronti a cavalcare con noi le vette dei tre corni. Lasciamo quindi le auto in via Gajum a Canzo (consigliamo di arrivare presto) e ci avventuriamo lungo quello che viene chiamato “Sentiero Geologico“, che costeggia il torrente Ravella e permette di scoprire le particolarità geologiche del Triangolo Lariano. Questo primo tratto di sentiero è molto piacevole, permette di iniziare a scaldare le gambe lungo tratti mai eccessivamente ripidi.

A un’oretta circa dalla partenza si giunge al rifugio Terz’alpe, frequentata meta di chi desidera fare una tranquilla passeggiata domenicale. Non ci concediamo troppa pausa e decidiamo di proseguire, giusto il tempo di scattare qualche foto al corno Occidentale, che sovrasta in lontananza il rifugio.

Seguiamo il sentiero 1 in salita e, dopo una breve salita, svoltiamo a sinistra lungo il sentiero in direzione della Colma della Val Ravella (997 m), posta all’incrocio di più sentieri che scendono dai corni e dal monte Rai. Protetti dalla fitta vegetazione proseguiamo oltre fino a rifocillarci presso “Acqua del Fo”, dove riempiamo le borracce. Da qui l’acqua e il fango ci accompagneranno lungo il sentiero, a causa alle abbondanti piogge del giorno precedente alla nostra escursione. Tra salti tra rocce e fango giungiamo finalmente all’attacco del sentiero attrezzato 30° OSA. Esso rappresenta l’ultima parte della ferrata che proviene dal Corno Rat. Non è necessario il kit da ferrata per percorrere questa seconda parte, che ha le caratteristiche proprie di un sentiero attrezzato. Tuttavia, per una maggiore sicurezza, potrebbe essere consigliabile averlo con sè.

La salita prosegue ora su massi rocciosi inizialmente non particolarmente esposti, attrezzati con catene, e comunque molto arrampicabili, con appigli per le mani e appoggi per i piedi. Dopo la prima decina di metri sbuchiamo su un piccolo terrazzo erboso: tra le fronde degli alberi si intravedono i laghi sottostanti. La parte più ostica (e spettacolare) ce la riserva proprio l’ultima parte di questo sentiero attrezzato: ci inerpichiamo lungo una placca levigata ed inclinata da percorrere sulla destra, arrivati allo spigolo deviamo nettamente a sinistra e proseguiamo verso l’alto con l’aiuto di staffe metalliche, decisamente esposte. A questo punto è possibile spaziare lo sguardo sul Corno Orientale, Centrale e sul rifugio SEV. In pochi minuti percorriamo le roccette e i gradoni di roccia che ci portano alla prima vetta della giornata: il Corno Orientale di Canzo (1239 m).

Qualche foto di rito alla croce e al Resegone che sembra osservarci e subito ripartiamo in discesa fino a raggiungere la Bocchetta di Luera. Qui è presente una palina segnaletica con molte indicazioni, per collegarsi ad altri itinerari. Noi ripartiamo in salita in direzione del corno centrale, su un sentiero impervio e con pendenze notevoli che si superano dapprima con l’aiuto di catene. Continuiamo,poi, per circa mezz’ora su rocce poste lungo il filo di cresta, accompagnati da un panorama ampio e spettacolare. Dopo l’ultimo tratto di cresta raggiungiamo la vetta del Corno Centrale (1368 m). Qui ad aspettarci troviamo una piccola croce, incastonata tra le rocce e circondata da uno splendido panorama a trecentosessanta gradi.

Continuiamo la nostra “cavalcata” subito iniziamo la discesa: ci manca l’ultima vetta della giornata. La via prosegue su un sentiero lungo il quale è sempre necessaria la massima attenzione. E così, tra rocce e strapiombi, raggiungiamo la Forcella dei Corni. Proseguiamo verso ovest, verso l’ultimo dei tre corni. Gli occhi sono attenti a dove poggiare i piedi: un breve canale roccioso ci conduce fino alla vetta del Corno Occidentale (1373 m). Anche la terza cima è finalmente raggiunta! Ma l’avventura non è certo finita.

Ci attende ora una piacevolissima passeggiata lungo la cresta ovest, non certo semplice. Sono presenti salti di roccia, e l’attenzione è sempre al massimo, la fatica e la tensione vengono mitigate dalla presenza di incantevoli scorci panoramici. Scendendo lungo la cresta è possibile intravedere gli ultimi tratti della Ferrata del Venticinquennale. Dopo l’impervia e strapiombante cresta, la discesa dal Corno Occidentale prosegue più tranquilla, ma non meno ripida. L’ultima parte è caratterizzata da stretti e ghiaiosi tornanti, che ci portano finalmente a raggiungere un ampio spazio erboso, con un crocifisso posto al centro. E’ proprio giunto il momento di una pausa più cospicua: insieme ai nostri compagni di avventura ci godiamo un panino ammirando il paesaggio.

Proseguiamo la discesa lungo il sentiero 1, a tratti franato (sono presenti cartelli che segnalano le deviazioni). Raggiungiamo di nuovo, tra vari scivolamenti sul fango, il rifugio Terz’alpe. Decidiamo però di tornare al punto di partenza dall’ampio sentiero che suggestivamente si inoltra nel bosco e degrada dolcemente con ampi tornanti. Passiamo il rifugio Second’Alpe e Prim’alpe, lungo una strada che da sterrata diventa acciottolata. Eventualmente si può decidere di percorrere anche il Sentiero degli spiriti del bosco che sbuca sempre nei pressi di Prim’alpe.

Arriviamo, in fondo alla strada, di nuovo al parcheggio a Gajum.
“Cavalcata” terminata, i 3 corni sono stati “domati”!

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Cresciuta tra piacevoli estate montane: dalle prime timide passeggiate ad oggi, con lunghe camminate ed ampi dislivelli. Da pochi anni ha aggiunto le due ruote, per esplorare il mondo ad una velocità diversa. Tutto condito dalla passione per l'outdoor, gli splendidi paesaggi, le notti in tenda. I piedi sempre pronti a camminare e pedalare, gli occhi aperti per esplorare e conservare fotogrammi di esperienze.

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